Chi sono gli autori del quinto volume delle Guide ufficiali Sentiero Italia CAI? Marta Zarelli, Francesco Cappellari e Corrado Gentile. In questo volume raccontano le tappe del Sentiero Italia CAI che, partendo da Isernia e terminando a Bocca Trabaria, attraversano cinque regioni del Centro Italia: Molise, Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria. 

Abbiamo intervistato due degli autori di questo quinto volume, Corrado e Marta, per farci raccontare dettagli, difficoltà e situazioni vissute durante quest’esperienza di cammino e di scrittura.

Ogni autore ha percorso un tratto del Sentiero Italia CAI valutando lo stato dei sentieri e della segnaletica, individuando punti di interesse, di ristoro, di approvvigionamento d’acqua e tracciando il percorso.

Corrado e Marta, raccontateci come avete organizzato la vostra avventura…

Corrado: “Tutto ha inizio da una proposta di Francesco, con il quale stavo collaborando per una guida sui monti del Matese. Vivendo a Roma ed avendo in inverno parecchio tempo libero ho accettato e mi sono tuffato con entusiasmo in questa avventura”.

Marta: “Il cammino sul Sentiero Italia è iniziato a fine ottobre 2019 dopo una telefonata con Francesco Cappellari. Una collega di Milano mi aveva chiesto di accompagnarla nei sopralluoghi marchigiani per la redazione del volume Sentiero Italia CAI e dopo aver deciso le date mi chiama un giorno e dice: ‘te la senti di farlo da sola?’ A lei hanno assegnato parte delle tappe piemontesi e così sono partita. Ho iniziato la traversata percorrendo una parte della variante est dei Monti della Laga, l’inverno era alle porte e la prima neve avrebbe rallentato di molto i lavori. Il Covid ha complicato enormemente le cose: tutto chiuso, neanche la possibilità di pernottare nelle strutture ricettive. E così mi sono organizzata per dei sopralluoghi giornalieri con sveglie nel cuore della notte e tanti chilometri per raggiungere l’inizio tappa. Spesso da sola, facendo il percorso a piedi andata e ritorno!”

Tutti gli autori scelti sono appassionati trekkers e al contempo scrittori: una doppia identità che sicuramente vi ha esposti a difficoltà e soddisfazioni di diversa natura.

Qual è stato il momento più difficile lungo il cammino? Quello più bello?

Corrado: “Il momento più difficile è forse stato anche uno dei più belli: la nevicata improvvisa presso Pozzo Faito. Difficile per l’improvviso calo delle temperature e per la maggiore difficoltà nel camminare, ma bello perché si è creata un’atmosfera particolarmente suggestiva”.

Marta:La tappa da Isola Fossara a Chiaserna è stata la giornata più impegnativa, sia fisicamente che psicologicamente. Nel passaggio sotto al Monte Catria abbiamo trovato un versante esposto con neve. Il meteo stava cambiando e le nuvole basse si stavano avvicinando. Sono una guida ambientale escursionistica e sono in grado di valutare i rischi di una situazione del genere. Ero in compagnia di Loredana, una mia amica, e valutare per entrambe è stato difficile. Alla fine siamo andate avanti, le nuvole sono rimaste distanti e, passato il versante innevato, la vetta del Monte Catria ci ha aperto ad un panorama a perdita d’occhio su tutta l’Umbria! Siamo arrivate alle macchine a notte inoltrata, stanche ma felici. Il momento più bello è arrivato percorrendo l’ultima tappa del volume da Bocca Serriola a Bocca Trabaria. Una nevicata notturna ha coperto il percorso di cinque centimetri di neve, tanta fatica ma anche la possibilità di seguire una traccia di lupi per qualche chilometro che ha reso magica la giornata. Emozioni indefinibili, l’incontro con il selvaggio e la conferma che si convive a stretto contatto con l’animale simbolo degli Appennini, tutto condensato in pochi chilometri!”

La cosa più bella che avete trovato lungo il Sentiero? E quella più importante che avete scoperto di voi stessi?

Corrado: “Ho trovato la conferma, durante le giornate passate sui sentieri, che in mezzo alle montagne mi sento a casa“. 

Marta: “Una cosa per me fondamentale: la confidenza con la solitudine nei boschi“.

Qual è la vostra Tappa preferita del tratto di Sentiero percorso? E quella che avete trovato più dura?

Corrado: “Non ho trovato una tappa nettamente migliore delle altre, ma personalmente mi sono piaciuti molto gli ambienti solitari della tappa O06 da Filettino a Vallepietra. Per quanto riguarda la tappa più dura… In effetti nel tratto Laziale non ci sono tratte dure, ma forse la tappa da Cervara di Roma a Carsoli, per la sua lunghezza, può risultare un po’ più impegnativa psicologicamente”.

Marta: “La mia tappa preferita tra tutte quelle percorse è la tappa che va da San Martino a Colle di Arquata del Tronto, che è anche la più dura tra tutte. È una tappa molto lunga e con dislivello importante. Ma la bellezza dei panorami sulla catena dei Monti della Laga e dei Sibillini è cioè che infonde la forza di andare avanti fino al termine. Si giunge così al confine tra le Regioni Abruzzo, Lazio e Marche, punto in cui si inizia una estenuante discesa”. 

Pensando ai tratti che saranno descritti dai vostri colleghi nei prossimi volumi, quale vi piacerebbe percorrere? 

Corrado: “Mi piacerebbe molto fare il tratto P04, da Rivisondoli a Campo di Giove, per la lunga e panoramica cresta del monte Porrara”.

Marta: “Vorrei percorrere le tratte sarde, una regione selvaggia che ho sempre amato”. 

 

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Il volume 5 è disponibile sul CAI store al link e nelle librerie specializzate.