“Camping il Ceppo“ è situato nella suggestiva area del Bosco Martese, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il punto accoglienza sorge in un piccolo comune di soli 505 abitanti, Rocca Santa Maria, in provincia di Teramo, e si trova al termine della tappa P16N del Sentiero Italia CAI, nei pressi della contrada il Ceppo. La struttura dispone di piazzole per caravan, camper e tende e offre servizio ristorante e bar. Particolarità che rende sicuramente unico il soggiorno è il “Pod”: una struttura totalmente di legno immersa nel bosco di maestosi faggeti e abeti. Il piccolo bivacco è dotato di tutti i comfort: accogliente come un piccolo rifugio, consente di vivere un’esperienza di quiete e serenità e di trascorrere una notte al caldo ma sotto al cielo stellato dell’Appennino.
Abbiamo raggiunto al telefono Pamela Di Loreto, che gestisce Camping il Ceppo: con lei abbiamo parlato del suo punto accoglienza e di questo splendido territorio attraversato dal Sentiero Italia CAI.
Il “Camping Il Ceppo” si trova immerso nel parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: che percentuale occupano gli escursionisti tra i vostri clienti?
La maggioranza delle persone che accogliamo sono escursionisti e amanti del trekking che rimangono dai due ai tre giorni: i periodi in cui ospitiamo le famiglie sono rari. Essendo una delle poche strutture sul territorio, ospitiamo gli amanti della montagna e tutti coloro che non sanno dove fermarsi.
Più italiani o stranieri?
Dipende dai periodi: i mesi di maggio, di giugno e i primi giorni di luglio notiamo un alto flusso di persone straniere, principalmente provenienti dal Belgio, dall’Olanda e dalla Germania. Invece dalla metà di luglio e per tutto il mese di agosto l’affluenza è caratterizzata specialmente da italiani.
Come mai siete diventati punto accoglienza del Sentiero Italia CAI?
Perché nasciamo come camminatori. Abbiamo percorso diversi cammini, dal cammino di Santiago, una delle esperienze più emozionanti della mia vita, alla realizzazione di varie escursioni nella nostra Penisola. Perciò la scelta di aderire è sorta dall’esperienza e dall’esigenza di fornire agli escursionisti ciò che necessitano, a partire anche da un semplice sorriso all’accoglienza. Ed è un onore farne parte, lo testimonia la targa consegnataci, che esponiamo con orgoglio all’ingresso del nostro camping.
Cosa cercano i clienti che scelgono di soggiornare da voi?
Cercano la tranquillità e la comodità. Camping Il Ceppo gode di una posizione strategica in quanto quasi tutti i sentieri iniziano o passano per il campeggio. E poi cercano la pulizia dei servizi igienici, l’accoglienza e i prodotti tipici del territorio.
Siete dotati anche di un ristorante: quanto puntate sulla gastronomia e che tipo di scelte avete fatto in cucina?
Del lato gastronomia se ne occupa mio fratello, la struttura ha una gestione famigliare, e ha puntato tutto sui prodotti a km zero: dalla scelta dei formaggi, alla carne che derivano dagli allevatori del nostro territorio. Ma allo stesso tempo cerchiamo di soddisfare tutte le esigenze delle persone, adottando una cucina con cibi senza glutine oppure attenta alle diete particolari, come quella vegetariana, per accontentare tutti.
Punta di diamante del “Camping Il Ceppo” è il “Pod”. Ci racconti che cos’è e cosa ha di speciale?
L’idea dei “Pod” è nata dopo aver svolto un viaggio, in cui abbiamo notato queste strutture. Da subito ci hanno colpito molto e abbiamo cercato di capire chi poteva realizzarli, per integrarli all’offerta del nostro camping. Se inizialmente pensavamo di ordinarli, un problema legato all’assicurazione ce l’ha impedito, così abbiamo chiesto ad una persona che conosciamo di realizzarceli: molte persone nella nostra zona e che frequentano il campeggio lavorano il legno. Perciò gli abbiamo esposto il progetto e ci ha realizzato i primi due “Pod”. In seguito vedendo che funzionavano, sia da un punto di vista strutturale sia perché molti chiedevano di vivere un’esperienza suggestiva, ne sono stati costruiti altri due. Adesso abbiamo intenzione di realizzarne altri e di puntare sulla comodità: i “Pod” tutt’ora esistenti non sono dotati di servizi igienici interni, perciò stiamo cercando di ottenere i permessi e le assicurazioni per provvedere a questa mancanza e di renderli sempre più accoglienti.
Il turismo lento può essere una chiave di volta per lo sviluppo di quest’area?
Credo proprio di sì. Lo slow food e il turismo lento in questo periodo sono una richiesta importante. Quindi penso siano la giusta direzione da seguire, per rallentare un po’ i ritmi e la frenesia che hanno coinvolto tutti col fine di godersi totalmente la natura e il bosco.
Vi trovate nel territorio di un piccolo comune, Rocca Santa Maria, al confine con Amatrice: voi e tutta la comunità locale come avete reagito al sisma del 2016?
Noi siamo stati fortunati: il nostro versante non è stato caratterizzato da gravi danni dovuti al terremoto e dalla nevicata straordinaria del 2017 come accaduto ad Amatrice. Dato che riteniamo di fondamentale importanza la collaborazione tra le diverse aree e le strutture, abbiamo instaurato una convezione con un albergo di Amatrice, fortemente colpito e crollato dal sisma, in modo da creare un legame tra le diverse strutture, che stanno pian piano ripartendo, offrendo un servizio di passeggiate e itinerari che portano da un rifugio a un altro punto accoglienza.
In passato avete organizzato feste nel bosco come quelle di “Halloween nel bosco”. Piacciono queste iniziative? Le rifarete?
Sono iniziative che sono nate per provare. “Halloween nel Bosco” è stata una festa per cui la location si prestava perfettamente, essendo immersa tra gli alberi e la nebbia di ottobre, quindi meritava. Però per organizzare questi eventi la struttura deve essere al massimo della sua efficienza per garantirne la riuscita. La pandemia ci ha fermati e limitati ma siamo più che volenterosi di ripeterle al più presto.
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