Roberto Ciri è una guida escursionistica Aigae. Allo stesso tempo, con il suo sito web Vienormali.it, si occupa di divulgazione della montagna. Ciri è uno degli autori che stanno percorrendo il Sentiero Italia Cai per realizzare una serie di guide edite dalla casa editrice Idea Montagna. Il suo viaggio in Lombardia, passa anche tra i rifugi e punti accoglienza del Sentiero Italia Cai.

All’interno del Parco dello Stelvio “c’è la verdissima valle Zebrù”, la descrive lo stesso Ciri. Qui, nel bel mezzo della valle si trova il rifugio Campo (conclusione della tappa che parte dal lago Cancano) gestito da Nicola e Claudia. “In questa zona, l’itinerario è splendido, si inerpica attraverso una lunga tappa partendo dal rifugio Montescale e dal lago di Cancano. Quando però, si arriva nella valle si è accolti da una pace splendida che ripaga di tutta la fatica”, spiega Ciri.

“Si tratta di una valle molto frequentata, da metà giugno fino a metà settembre, proseguendo anche in ottobre. Infatti, qui si ritrovano diversi esemplari di cervi. Per questo motivo, arrivano molte persone attirate dalla stagione del bramito durante la fase dell’accoppiamento”, spiega Nicola. Per arrivare nella valle dello Zebrù, è necessario percorrere una leggera salita e quindi si tratta di un itinerario accessibile a tutti. Il passo invece, è un po’ più complesso, ci sono dei passaggi tecnici, con corde fisse che aiutano nel percorso”, continua.

La tappa che va dal rifugio Campo al rifugio Cesare Branca è interessata da un dislivello di 400 metri. Per arrivare alla struttura di proprietà del Cai Milano, i camminatori possono godere dello spettacolo del ghiacciaio dello Zebrù, su cui si erge un altro rifugio Cai, il rifugio Branca, e poi ci si inerpica nell’omonimo passo. Al rifugio, Ciri ha incontrato Stefano. La sua famiglia gestisce la struttura da generazioni, fin da quando i suoi bisnonni hanno inaugurato il rifugio nel ‘34. “Da allora si tratta di un affare di famiglia: una passione trasmessa di generazione in generazione”, racconta. Dal belvedere del rifugio è possibile vedere il ghiacciaio dei Forni, un tempo il più grande ghiacciaio vallivo italiano. “Ogni anno perde un po’ di piede, è da anni che sta perdendo sempre più estensione. Un brutto spettacolo quando si apre la finestra”, commenta Stefano.

Più in generale, il rifugio è un punto di appoggio del Sentiero Italia Cai. “Siamo in un’ottima posizione per coloro che percorrono il sentiero, ma anche per tutti quelli che amano lo scialpinismo nel periodo invernale. Qui vicino c’è il gruppo Ortles – Cevedale che permette ottime sciate”, continua Stefano.

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