Si chiama la via dei Giganti. Giusto chiamare così il percorso valdostano di Sentiero Italia CAI, al cospetto delle più importanti montagne del nostro Paese.

Cammina Italia Cai 2019, la staffetta nazionale, è arrivata sul tetto occidentale del nostro Paese. Sembra ieri quando – all’inizio di marzo – partì da Santa Teresa Gallura col Presidente Generale Vincenzo Torti a tagliare il simbolico nastro inaugurale.  E ancora ieri quando dall’ospitale Sicilia intraprese la risalita, regione per regione, di tutto lo Stivale. Comune denominatore dell’operazione, la gradevolezza degli incontri, con i soci di tutte le sezioni locali del Club Alpino Italiano.

Stavolta si cammina in Valle d’Aosta nei giorni 3 e 4 agosto. Prima tappa da Valtournenche a Saint-Jacques, seconda da Saint-Jacques a Gressoney- Saint-Jean. E’ un riconoscimento dovuto. E’ un modo per rimettere le cose a posto, anche. Perché – per via di un malinteso – sorto nel 1995 (Cammina Italia Cai di quell’anno), la Val d’Aosta fu penalizzata, senza volerlo. Due dei partecipanti di quella avventura, infatti, fecero una variante alla Grande Traversata delle Alpi senza passare dalla regione.
“Tutti gli altri invece seguirono il percorso valdostano. La decisione di pochi è stata foriera di gran confusione e fraintendimenti che in questi giorni e con queste occasioni potremo chiarire definitivamente”, spiega il Presidente del CAI Valle d’Aosta Piermauro Reboulaz.

Sabato 3 agosto si camminerà dunque da Valtournenche a Saint-Jacques, lungo un percorso di 14 km, con dislivelli di 1252 metri in salita e 1083 in discesa (durata prevista circa sei ore, altitudine minima 1520 metri, massima 2772 metri).
Il Cervino, in tutta la sua imponenza, è il protagonista assoluto della prima tappa scelta dal CAI della Valle d’Aosta per celebrare il passaggio di Cammina Italia CAI 2019 e il rilancio di Sentiero Italia.

Il vento sussurra, ad alte quote, le storie secolari memorabili, come quei formidabili anni in cui il Club Alpino Italiano nacque. Siamo proprio nei luoghi che generarono il Club, nel pensiero e nelle parole.
Potesse raccontare, la montagna, proprio qui, dove parte la tappa, nel comune di Valtournenche racconterebbe delle guide celeberrime fin da quei giorni della sesta decade del diciannovesimo secolo, quando alpinisti e geografi inglesi venivano sfidati dai montanari del luogo. Perché farsi ricordare voleva dire aprire vie sulle cime più alte.
Il Cervino appunto, che fu oggetto della sfida tra Jean Antoine Carrel (nella foto a fianco) e l’inglese Edward Whimper, prima alleati e poi rivali nell’assalto alla cime del Cervino.  
Fu appassionante la gara a chi avrebbe, per primo, raggiunto la cima del Cervino; con Whimper inizialmente in vantaggio e poi Carrel, capace di violare assieme al fratello Jean Jacques la cima del massiccio in territorio italiano prima di lui.

Era il 1865, fu la prima impresa epica nel nome del neonato CAI. Formidabile evento.
La tappa da Valtournenche che porta a St Jacques in fondo pare un sommesso omaggio alla Società delle Guide del Cervino che qui nacque proprio in quel 1865.
Chiunque si avventurasse su queste vette, ma anche sul Bianco, non poteva fare a meno di queste guide esperte.
Come Jean Joseph Maquignaz, che alternava il lavoro di carpentiere a quello di chi portava i chiodi a Quintino Sella.
Maquignoz – anche lui di Valtournenche – fu il primo a salire sul Dente del Gigante, prima di scomparire sul Bianco, dove riposa (mai più ritrovato) a seguito di giorni di terribile bufera.
La tappa quindi parte da qui, e tocca Crétaz, il villaggio dove diversi di questi epici personaggi hanno avuto i natali, e poi la conca di Cheneil, unica e memorabile a 2105 metri, in un saliscendi di boschi di larice, rododendri e mirtilli, fino a Col des Fontaines (2697 metri) là dove c’è il santuario di Clavalité, balcone naturale su Cervino e Grandes Murailles che lascia senza fiato; per poi giungere sul col de Nannaz e scendere al rifugio Tournalin, prima di chiudere la fatica a St. Jacques, a 1698 metri, culla dell’alpinismo moderno e soprattutto della cultura walser, il popolo che qui si stabilì dal XII secolo.

In serata, nella sede dei vigili del fuoco di Ayas, Teresio Valsesia presenterà il film di Renato Adorno riguardante l’edizione 1995 di Cammina Italia CAI, la prima edizione di questa iniziativa su Sentiero Italia.

Domenica 4 agosto sono 19 i km da percorrere da Saint-Jacques (1698 metri)  a Gressoney-Saint-Jean, con dislivelli di 1088 metri in salita e 1372 in discesa (durata prevista circa otto ore, altitudine minima 1405 metri, massima 2777 metri).
Stavolta “osservati” dal Monte Rosa. Si raggiungono rifugi storici e importanti; quello intitolato a Ferraro (inaugurato il 26 giungo 1932 e ristrutturato all’inizio del secondo millennio) e alle guide Frachey (quest’ultimo sorto poco meno di 40 anni fa, fondato dalla Guida Alpina Oliviero Frachey “Cirin” e ora gestito dal figlio Gian Andrea, anche lui Guida Alpina. Siamo, al Rifugio delle Guide Frachey, a Resy, 2066 metri, a ridosso del Palon di Resy, dove comincia il vallone di Bettaforca).

Si prosegue verso il lago di Ciarcierio (Charcherioz), quindi per il rifugio Vieux Crest che domina Champoluc. E si tocca Crest, nel comune d’Ayas, ai piedi del Monte Rosa, caratterizzata da una vista spettacolare sulla vallata. A Cuneaz (2032 metri) si accontentano gli appassionati di “noir”, perché il luogo è citato dallo scrittore Antonio Manzini, padre letterario dell’anticonfomista ispettore di polizia Rocco Schiavone (impersonato in tv dall’attore romano Marco Giallini) .
Si risale poi con lieve pendenza verso Col Pinter nell’omonimo vallone parzialmente boscoso. Guadato il torrente di fondovalle, ci si sposta su un prateria che si fa via via più ripida, fino a raggiungere lo sbocco di un canale tra le pareti rocciose della bastionata.
Ed eccoci al rifugio Alpenzù: un altro tuffo nella storia, compreso in un villaggio del 1200, dove le abitazioni attualmente presenti (sono 13) sono datate dal 1668 in poi. La struttura abitativa del rifugio, intatta, è arroccata su di un balcone naturale sul Monte Rosa e sulla valle.  Una realtà la cui unicità è certificata dal fatto che tutto è tutelato dalla sovrintendenza per i beni culturali ed ambientali.

E finalmente la tappa si conclude alla ben nota località turistica di Gressoney St Jean, scesi a 1405 metri, nella valle del Lys.