La Casaalpina sorge in un luogo ricco di storia e cultura, a Sant’Anna di Valdieri, in provincia di Cuneo. Prova ne sono i dipinti sui muri delle case e i monumenti sparsi nelle piazze del piccolo paesino, che rievocano i soggiorni dei reali di casa Savoia. È facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo di trasporto, ed è attivo un servizio di bus navetta che la collega al Sentiero Italia CAI nel punto tappa Terme di Valdieri, a soli 7 km di distanza.

La struttura è una delle tante attività rinate grazie alle “sette sorelle”: si tratta di un gruppo di donne, soprannominate “le regine della valle Gesso”, che hanno deciso di rilanciare il territorio a livello turistico mettendo in campo una serie di iniziative.  Hanno riportato attenzione sul valore alpinistico delle loro montagne con il progetto “Sant’Anna capitale alpinistica delle Alpi Marittime”, che ambisce alla costruzione di un museo all’aperto e diffuso dedicato all’esplorazione e all’alpinismo della Valle Gesso.

Abbiamo contattato l’anima de “La Casaalpina, Michela Formento, una delle “sette regine” della valle, per farci raccontare qualcosa di più sulla sua attività.

Il vostro punto di accoglienza si trova in un borgo antico e storico, l’unico abitato dell’area protetta delle Alpi Marittime, qual è l’atmosfera che si avverte nel vivere in un’area immersa nella flora e fauna?

Il detto dice: “Gli altri non vedono niente, noi vediamo tutto”. Si ha la possibilità di vivere l’ambiente che ti circonda con naturalezza senza distrazioni e artifici, che sia il cielo stellato, il rumore dell’acqua, delle foglie o la tranquillità della comunità che ci vive.

Perché avete deciso di diventare punto accoglienza del Sentiero Italia CAI?

Ci ha colpito molto il progetto Sentiero Italia CAI: abbiamo notato un grande impegno nel dargli vita e nel mantenerlo, il che è motivo di orgoglio per tutti noi, così come questa collaborazione.

In più abbiamo pensato che avere la possibilità di un punto di accoglienza e di approvvigionamento distante pochi km, per chi fa il sentiero o semplicemente un trekking, è sicuramente una buona cosa.

In paese si può trovare anche un piccolo alimentari, per chi volesse rimanere anche per più di un giorno. Inoltre è anche una località dove fermandosi si possono approfondire aspetti culturali e storici del territorio, essendo sede dell’ecomuseo della segale.

È già ripartito il turismo escursionistico o vi aspettate un maggiore flusso tra luglio e agosto?

Abbiamo ricevuto un voucher dalla regione Piemonte che dava la possibilità di pagare una notte per soggiornarne tre che ha portato un numero di prenotazioni nella zona. Questo aiuto ha fatto ripartire la stagione un pochino prima, perciò grazie a quello abbiamo già ripreso a lavorare.

Invece per il movimento legato all’escursionismo dipende tanto dal meteo: quando è stabile c’è più movimento, se è incerto i numeri rallentano. Le prospettive per l’estate sono buone dati i discreti numeri di prenotazioni, si prospetta una stagione più positiva rispetto a quella passata.

Lei dirige “La Casaalpina” che fa parte di uno dei tanti progetti di rinascita del paese: come mai ha deciso di rimanere?

È stata una scelta fondata e non un tentativo “da sognatori”. Arriviamo [Michela e le sette regine della valle] da percorsi professionali consolidati, quando siamo arrivate a Sant’Anna ci abbiamo creduto, perché volevamo questi tipi di ricettività, questo tipo di legame con il territorio, un sistema di solidarietà e di collaborazione sempre integrati con la comunità locale, nonostante sia ridotta e sempre più debole per l’anzianità.

Michela Formento (terza dal centro) insieme alle “sei regine della Valle”

Quanto puntate sulla gastronomia?

Con “La Casaalpina” facciamo parte di un’associazione che si chiama “Ecomuseo e Marittime” la quale ha aderito alla carta del Turismo Sostenibile. In questa carta c’è anche una parte di valorizzazione della filiera locale, dei prodotti a km zero: il miele, i formaggi, le patate e la segale sono i principali prodotti locali.

Un altro progetto gastronomico è “Al Parc” che coinvolge la comunità locale: l’8 e 9 luglio inviteremo dei ragazzi a preparare un piatto tradizionale del paese, la “Ula”, che prevede una cottura al forno per tutta la notte dentro una pentola di terracotta. In questa iniziativa le persone anziane insegneranno come si faceva un tempo e noi metteremo a disposizione la nostra professionalità.

Si tratta di una valorizzazione delle produzioni attuali con le ricette e le abitudini di un tempo. Questa iniziativa sarà ripetuta all’esterno il 17 luglio per 130 persone. Quello che facciamo non vogliamo trasformarlo in folklore, non vogliamo la spettacolarizzazione di un fatto storico, ma tramandare un sapere.

Avete progetti in programma per il futuro?

In primo luogo stiamo cercando di fare un progetto per i giovani con una scuola di montagna, in collaborazione con le guide alpine. Il nostro obiettivo è sia far avvicinare sempre più giovani alla montagna, sia ripopolarla con famiglie, non solo quindi una frequentazione turistica.

In secondo luogo per il progetto legato a “Sant’Anna capitale alpinistica delle Alpi Marittime” abbiamo appena ricevuto la conferma di un piccolo finanziamento europeo, con il quale riusciremo a realizzare un parco avventura, che servirà alla scuola di montagna per i giovani. Poi per quanto concerne la storia dell’alpinismo stiamo cercando di creare una connessione tra il passato e le nuove generazioni, quindi raccontando quello che le Alpi Marittime sono state per l’esplorazione e per le imprese alpinistiche, rimettendole così sotto i riflettori.

La struttura immersa nella natura delle Alpi Marittime

 

Scopri di più sulla loro pagina Facebook

https://www.facebook.com/lacasaalpina/

 

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