Tre diverse escursioni lungo il Sentiero Italia CAI, anche di più giorni, che raggiungeranno il Rifugio Quintino Sella (in Valle Po, 2640 metri di altitudine), ai piedi del Monviso, la montagna simbolo della nascita del Club alpino italiano. Questo prevede il programma piemontese della staffetta non continuativa “Cammina Italia CAI 2019”, che sta risalendo la penisola per promuovere gli oltre 7000 km del grande percorso escursionistico, il cui ripristino è in piena attuazione grazie al lavoro dei volontari del Club alpino.
Sono tre, le possibilità escursionistiche dedicate alla “Staffetta” che si svolgerà sul maestoso tratto piemontese del Sentiero Italia CAI, nel corso del week end del 20 e 21 luglio prossimi, con l’organizzazione del Club Alpino Regione Piemonte e delle sezioni CAI “Monviso” di Saluzzo e CAI UGET Valpellice.
Tutte le camminate hanno come fulcro il gruppo montuoso del Monviso, simbolo delle montagne piemontesi ma anche culla dell’alpinismo italiano organizzato nella stagione dei pionieri. La prima ascensione interamente italiana del Monviso, guidata da Quintino Sella e avvenuta il 12 agosto 1863, è infatti da sempre considerata il concreto atto fondativo del sodalizio, anche se la costituzione formale del Club Alpino Italiano ebbe luogo poco più di due mesi più tardi.
1 – Valle Varaita
Da Castello di Pontechianale al rifugio Quintino Sella per i passi di San Chiaffredo e Gallarino
Dislivello in salita: 1150 m
Tempo di percorrenza: 6-6.30 ore (soste escluse)
Bellissima escursione che, dal fondovalle della Val Varaita, si arrampica sul versante che dà accesso al Monviso. Il percorso ricalca in parte quello dei pionieri dell’alpinismo ottocentesco. È vario e panoramico, permette di ammirare la meravigliosa cembreta del Bosco dell’Alevé, i piccoli laghi del Vallone delle Giargiatte e la parete sud del Re di pietra.
Poco sotto l’abitato di Castello, affacciato sul lago artificiale di Pontechianale, in corrispondenza di un lavatoio coperto (1600 m), s’imbocca la mulattiera segnalata da una bacheca con la pubblicità del rifugio Vallanta. Il tracciato passa nelle vicinanze di una centralina idroelettrica e incrocia, più a monte, l’antica mulattiera che sale dalla chiesa di Castello. A quota 1900, si lascia la traccia principale, per seguire verso destra le indicazioni per il Passo Gallarino. Il percorso attraversa il torrente Vallanta su un ponte di tronchi. Quindi la mulattiera si addentra nella suggestiva cembreta dell’Alevé (che, con i suoi 825 ettari, è la più estesa d’Italia), tagliando a mezza costa fra le conifere; tocca Pian Meyer (2126 m), una bella radura attorniata da pini in cui il torrente scorre con piccole anse. Poi il tracciato risale lo scosceso e selvaggio Vallone delle Giargiatte. Dopo innumerevoli tornanti si esce dal bosco e, tenendo leggermente la destra, si sale su un piccolo balcone panoramico che regala una meravigliosa vista sull’alta Valle Varaita e sul Lago di Pontechianale.
Si continua attraversando l’ampia conca del Gias Fons (2365 m; possibilità di rifornirsi di acqua fresca), racchiusa tra la Rocca Jarea e le Rocce Meano. Innalzandosi con vari tornanti si raggiunge la conca superiore. Proseguendo sul sentiero che passa a breve distanza dal bivacco Bertoglio (2763 m), si superano tre laghetti alpini, il Lago Bertin (2701 m), uno specchio d’acqua senza nome e il Lago Lungo (2743 m). La conca dei laghi è dominata a nord dalle Rocce Meano (3058 m), da Punta Dante (3166 m), Cima di Costarossa ((3039 m); a est dalla Punta Trento (2967 m); a sud dalla Punta Malta (2995 m).
Con lieve salita, si perviene all’ampia depressione del Passo di San Chiaffredo (2764 m), sullo spartiacque tra la Valle Varaita e la Valle Po. La mulattiera taglia quasi in piano le pendici meridionali di Punta Trento e arriva, con una breve discesa, al Passo Gallarino (2727 m). Dal passo si gira a sinistra e si scende, tagliando a mezza costa le pendici orientali di Punta Trento e Punta Michelis. In discesa, sulla sinistra, si scorgono per un breve tratto il Monviso e la sua parete sud. Un’ampia mulattiera attraversa la selvaggia conca che ospita i Laghi della Pellegrina (2567 m). Si arriva poi in vista del Lago Grande di Viso, sovrastato dalla gigantesca parete orientale del Viso. Si lascia a sinistra la sponda del lago e, con una breve salita. si perviene al rifugio Quintino Sella (2640 m), struttura inaugurata nel 1905, base di partenza per la salita della via normale e per la cresta est del Monviso.
Il rientro. La domenica pomeriggio, dopo gli eventi del SI CAI, si lascia il rifugio Quintino Sella e si divalla lungo il classico sentiero che conduce a Pian del Re in alta Valle Po.
2 – Val Pellice e Valle Po
Villanova – Conca del Pra – Colle Barant – rifugio Barbara Lowrie – Colle della Gianna – Pian Mait – Lago Superiore – rifugio Quintino Sella
Primo giorno
Dislivello: 1150 m
Tempo di percorrenza: 6 ore
Secondo giorno
Dislivello: 1400 m
Tempo di percorrenza: 7-7.30 ore (soste escluse)
L’escursione, classica e assai conosciuta, si svolge in alta Val Pellice, una delle tre Valli Valdesi, culla della più antica minoranza protestante d’Italia. Parte dalla splendida conca del Pra, valica il Colle Barant e scende al rifugio Barbara Lowrie. Di qui sale fino a scavalcare il Colle della Gianna, splendido balcone panoramico sulla piramide del Monviso, si scende a Pian Mait in Valle Poi, si risale fino al Lago Superiore e infine si continua lungo il classico sentiero per il rifugio Quintino Sella.
Primo giorno: da Bobbio Pellice, punto di ritrovo degli escursionisti, si sale con una navetta alla borgata Villanova (1223 m). Di qui, in parte sull’antica mulattiera e in parte sul tracciato della pista sterrata agro-silvo-pastorale, si sale al rifugio Willy Jervis (1732 m; 1.30 ore da Villanova), posto all’inizio della splendida e amplissima Conca del Pra, attorniata da buona parte delle cime più alte della valle (quelle sulla sinistra orografica segnano il confine con la valle francese del Guil e con la regione del Queyras).
Dal rifugio si scende ad attraversare il Pellice e si prosegue verso est lungo il percorso di gara della Tre Rifugi, noto percorso di trail runnging. Il tracciato sale, con bella vista sulla conca e sulle montagne che le fanno da corona, fino al Col Barant (o del Baracùn 2373 m), nel cuore dell’oasi naturalistica omonima, nei cui pressi sorgono il giardino botanico d’alta quota Bruno Peyronel e il rifugio Barant (a gestione privata). 2 ore dal Jervis.
Seguendo in parte la ex strada militare a fondo sterrato e in parte le scorciatoie del percorso della Tre Rifugi, si previene alla Grande del Pis e al rifugio Barbara Lowrie (1753), nell’alta Valle dei Carbonieri, laterale della Val Pellice (2.30 ore dal Col Barant), dove si pernotta. L’edificio originario fu costruito nel 1928 (con funzione di casotto di caccia) da Walter e Barbara Lowrie, una coppia statunitense, e tre anni dopo fu trasformato in rifugio alpino. Da molto tempo è di proprietà del CAI UGET Valpellice.
Secondo giorno: dal rifugio si segue la destra idrografica del torrente sino in fondo al pianoro. Si prende quindi il sentiero che verso sinistra (est, poi sud est), salendo per una china di rododendri e radi larici in un vallone sul versante occidentale della Rocca Bianca. Un tratto più ripido permette di accedere al Colle della Proussera (2198 m). Di qui, seguendo i segnavia, si giunge, con spettacolare panorama sul gruppo del Monviso, al Colle della Gianna, un’ampia depressione posta fra le Rocce Founs (a destra del senso di marcia) e la Punta Sea Bianca. 2.30 ore dal rif. Barbara.
Dal valico, si scende in alta Valle Po e ci si dirige verso il Pian Mait, in attesa della comitiva in arrivo dal Pian del Re. Di qui si scende ad attraversare il rio Traversette e si sale al lungo e profondo Lago Superiore (2313 m). Lo si costeggia per un tratto. Il sentiero tocca poi il Lago Lausetto (2324 m) e, a quota 2317, si immette sul sentiero V13 che conduce al rifugio Quintino Sella. Si percorre un lungo semicerchio a mezzacosta, con bella vista sul sottostante Lago Chiaretto. Raggiunta la confluenza che sale dal Chiaretto, si comincia a salire a tornanti tra i detriti dell’antica morena glaciale. Seguono altri tornanti, si prosegue nell’ampia pietraia e poi si entra in un vallone racchiuso tra le pendici del Viso Mozzo (a sinistra) e l’imponente versante orientale del Monviso (a destra). Il sentiero percorre il vallone con brevi saliscendi, tenendosi sulla destra e giunge infine al Colle di Viso (2655 m). Di qui si prosegue a mezza costa e si giunge infine al rifugio Quintino Sella (2640 m). 4-4.30 ore dal Colle della Gianna
Il rientro: si effettua lungo il sentiero che conduce al Pian del Re (cfr. sotto) in 2.15 ore. Di qui una navetta riporterà gli escursionisti a Bobbio Pellice.
3 – Valle Po
Dal Pian del Re al rifugio Quintino Sella
Dislivello: 750 m
Tempo di percorrenza: 2.30 ore
È il percorso più noto – e anche il più frequentato – che, dal Pian del Re (parcheggio a pagamento), toccando i laghi Fiorenza e Chiaretto, conduce al rifugio Quintino Sella.
Al termine del parcheggio di Pian del Re (2020 m), si segue il sentiero pianeggiante che attraversa su un ponte il rio delle Traversette e in breve giunge alla cosiddetta Sorgente del Po. Qui s’imbocca il sentiero V13 che sale in diagonale verso sinistra e poi risale il pendio con lunghi tornanti. Guadato l’emissario del Lago Fiorenza, si giunge al placido specchio d’acqua in cui si specchia la piramide del Monviso. Se ne percorre la sponda orientale, poi si sale sulla destra orografica di un valloncello erboso fino a una selletta che si affaccia sulla conca del Rio dei Quarti (2297 m). Si continua a destra, sulla mulattiera tagliata nella roccia, fino a un’ampia sella da cui appare in basso il Lago Chiaretto. Lasciato a destra il sentiero V 14, si continua lungo il V13 fino al rifugio Quintino Sella (cfr. it. 2).
Per maggiori informazioni: caipiemonte.it