A inizio primavera lungo il Sentiero Italia CAI in Sardegna è possibile ascoltare un canto amoroso, simile a ‘un miagolio’: è il verso di corteggiamento del maschio della Pernice sarda. Un animale importante per la storia e la tradizione dell’isola. Una specie unica, diversa dalla Pernice rossa o dalla Coturnice (in particolare ci siamo occupati della siciliana), tra le più interessanti che possiamo incontrare lungo il cammino.

Diffusione

Pernice sarda, Sentiero Italia CAI
Coppia di pernici

“La Pernice sarda è una specie distinta da quelle continentali”, spiega il fotografo e naturalista Domenico Ruiu. Autore di diversi reportage, monografie e pubblicazioni didattiche, è un esperto della fauna sarda. “Sul petto e sul collo la Pernice sarda (Alectoris barbara) ha un colore non bianco, ma marroncino, cosa che lo distingue dalle altre specie di pernici. Sul dorso ha invece il tipico color terriccio che aiuta nella mimetizzazione”.

Ruiu spiega unicità e fragilità della specie: “Troviamo la Pernice sarda sull’isola e poi in Africa del Nord. Preferisce le zone a macchia mediterranea alternate ai campi coltivati. Purtroppo la caccia e il modo in cui è cambiata l’agricoltura con la conseguente riduzione dell’habitat hanno notevolmente diminuito la popolazione di questa specie”. Era una specie diffusissima su tutto il territorio dell’isola. “Oggi invece è presente a macchia di leopardo, soprattutto nelle aree protette”, continua l’esperto.

Incendi e caccia fino alla prima metà dello scorso secolo non incidevano sulla sua presenza: “La caccia a scopo alimentare del passato era ben sopportata dalla popolazione di pernici sull’isola – spiega sempre Ruiu -. Il numero esiguo di cacciatori, l’assenza di turismo venatorio e di armi automatiche contenevano il numero di pernici uccise in quantità sostenibili. In particolare ci poteva essere un incremento della caccia prima del matrimonio di una famiglia benestante. Per un sontuoso pranzo nuziale erano necessarie 300-350 pernici. Gli incendi, tipici dell’allevamento brado, in cui porzioni di territorio venivano bruciate per favorire i pascoli, erano eventi positivi per questo uccello. I nuovi germogli che nascevano dopo un rogo erano più commestibili per il volatile”.

Diminuzione e salvaguardia

Sentiero Italia CAI, Pernice sarda
Pernice e riflesso

Poi le cose sono cambiate: “Oltre alla diminuzione dell’habitat negli anni cinquanta – racconta il naturalista -, si sono registrati altri fenomeni negativi. La prima fu l’utilizzo della crusca avvelenata con l’arsenico per combattere un’invasione di cavallette. Altri fattori furono l’introduzione di fucili automatici, l’incremento del numero di cacciatori, l’arrivo di persone da altre regioni d’Italia che venivano per cacciare il diffuso uccello. Nei decenni precedenti al loro esilio anche i Savoia erano noti per giungere sull’isola e predare questa pernice”.

Fortunatamente si è corso ai ripari. “La legislazione ha limitato la caccia. I giorni del calendario in cui si poteva farla e il numero di animali che ogni cacciatore può predare. Ci sono stati anni in cui è stata totalmente vietata. Anche il numero di cacciatori è diminuito. Così in Sardegna sopravvivono diverse migliaia di pernici, ma distribuite in modo non uniforme. Bisognerebbe introdurre una limitazione di tipo territoriale (attraverso quelli che vengono definiti “ambiti territori”). Una zonizzazione venatoria, per impedire che la pernice venga cacciata in aree in cui la sua presenza è più debole”.

La riproduzione

Sentiero Italia CAI, Pernice sarda
Giovani pernici, prima muta

Si tratta di una specie molto schiva, tranne che in primavera. “Tra la fine dell’inverno – rivela Ruiu – e l’inizio della primavera il maschio sale su un punto alto, la cima di un albero o di una roccia o anche un cespuglio e lancia il suo segnale d’amore, diverso dal solito verso un po’ ‘metallico’. Se un altro maschio invade il territorio si difende in modo violento. La femmina intanto sceglie il suo maschio. Poi viene costruito il nido, in una semplice depressione del suolo”.

Ogni femmina può deporre anche 18 uova – prosegue il fotografo naturalista -. Si iniziano a covare le uova subito dopo la deposizione dell’ultima. I pulcini così nascono tutti insieme. Questo è importante perché entro un’ora dalla nascita devono abbandonare tutti il nido, dove sarebbero facilmente individuati dai predatori. Durante questa fase l’animale, che è tipicamente granivoro, nutre i piccoli anche con insetti e larve. Dei nati un terzo o metà viene predato; la sopravvivenza dei pulcini dipende dall’esperienza dei genitori nel captare i pericoli e nell’attenzione che i piccoli prestano all’allarme lanciato dagli adulti. I pulcini mutano due volte il piumaggio; inizialmente hanno striature che li rendono molto mimetici, ma a settembre hanno già il piumaggio proprio degli adulti”.

La fine dell’autunno è un periodo particolare. “In questo periodo – racconta il naturalista – più famiglie insieme cercano cibo. È l’unico momento in cui si possono osservare gruppi molto numerosi di pernici”.

La Pernice nella cultura sarda

Pernice sarda, Sentiero Italia CAI
Canto maschio Pernice

Nella cultura sarda la Pernice è molto presente. “Senza particolare approfondimento è citata da tanti scrittori, anche dal premio Nobel Grazia Deledda. Soprattutto è presente nella pittura, come natura morta insieme alla frutta. Era un animale la cui esistenza e diffusione era data per scontata. Nel Dizionario Storia della Sardegna della metà dell’Ottocento, i curatori Angius e Casalis ne parlano come di una specie diffusa ovunque sull’isola. Questo ha reso l’animale più vulnerabile, perché in tanti non hanno compreso che andasse protetto, che fosse un bene unico della nostra isola. Oggi fortunatamente lo sappiamo”, conclude Ruiu.

Carta d’identità

Pernice sarda, Sentiero Italia CAI
Pernice sarda

Nome comune: Pernice sarda

Nome scientifico: Alectoris barbara bonaterre

Classe: Aves

Ordine: Galliformes

Famiglia: Phasianidae

Dimensioni: lunga 34 centimetri

Habitat: zone a macchia mediterranea e campi coltivati

Cibo: granivora, durante i primi mesi di vita i piccoli si cibano anche di insetti e larve

Colore: sul dorso ha il tipico color terriccio che aiuta nella mimetizzazione

Contrassegni particolari: sul petto e sul collo ha un colore non bianco, ma marroncino gocciato di scuro, cosa che lo distingue da altre specie di pernici

 

*Ringraziamo per le foto Domenico Ruiu

La Pernice Sarda e la Coturnice di Sicilia non sono gli unici uccelli che si incontrano sul Sentiero Italia Cai: leggi anche gli articoli sul Falco pecchiaiolo e l’Aquila Reale!