In Campania, lungo il Sentiero Italia CAI, è possibile sbirciare una storia d’amore: quella di una coppia di Aquile reali. In verità sbirciare è un termine sbagliato, perché è una storia che non si nasconde, ma avviene alla luce del sole e tutti, in ogni stagione, possono alzare gli occhi e rubarne con uno scatto un momento.
Tre coppie di Aquila reale (Aquila chrysaetos) sono censite attualmente in Campania. Una nel Cilento, un’altra tra i monti del Partenio e l’ultima nel Matese. In particolare la coppia del Matese è spesso visibile nel cielo che sovrasta il Sentiero Italia CAI, lungo la tappa che va da Piedimonte Matese a Campitello Matese, a cavallo tra Campania e Molise.
“Abbiamo soprannominato la ‘regina’ del Matese, la femmina di questa coppia”, sorride Giovanni Capobianco, naturalista e ornitologo del CAI Piedimonte Matese. “Le aquile sono principalmente monogame – prosegue Capobianco -. Tranne che una delle due muoia o subentri un nuovo maschio a scalzare quello attualmente presente, continueremo a vedere nel cielo questa stessa coppia per molto tempo”. Le aquile si muovono spesso in coppia, ma c’è un periodo dell’anno in cui guardarle è particolarmente suggestivo: “Tra gennaio e marzo c’è il periodo dell’accoppiamento, quindi il loro volo si veste dei rituali di corteggiamento”, spiega sempre il socio del CAI di Piedimonte Matese.
Un re
Un animale possente, regale, elegante. Un super-predatore, in cima alla catena alimentare. Le grandi dimensioni lo rendono facilmente riconoscibile. Una apertura alare tra i 220 e i 230 centimetri e un corpo lungo tra gli 80 e i 95 centimetri, fanno di questo animale uno dei più grandi rapaci esistenti. Tra le caratteristiche che lo distinguono abbiamo l’estremità dell’ala che non è rotondeggiante, ma squadrata.
Gli esemplari adulti hanno un piumaggio di colore marrone e il capo bruno rossiccio. I giovani (tra i primi tre anni di vita) hanno piume bianche sulla coda e sulla parte inferiore delle ali. I maschi si distinguono dalle femmine, perché queste hanno dimensioni leggermente inferiori.
L’Aquila reale ha una dieta varia che adatta al territorio: in generale uccelli più piccoli e mammiferi come lepri, ghiri e scoiattoli. Anche cuccioli di specie più grandi sono vittime delle aquile: agnellini o piccoli camosci.
L’impegno del CAI
L’Aquila reale predilige nidificare su pareti rocciose e grandi alberi, e non ama essere disturbata. Al Centro-sud la sua esistenza è a rischio a causa di una presenza umana sempre più invasiva. Questo animale nidifica ogni due anni: dopo aver iniziato a covare le uova a fine marzo ogni coppia dedica molti mesi alle cure parentali; è importante dunque consentire alla specie di vivere con tranquillità questo periodo.
“Spesso la maggiore fruizione degli ambienti di alta montagna da parte di frequentatori poco consapevoli causa notevoli problemi. Per questo è importante la funzione educatrice che anche in questo campo svolge il CAI. Riteniamo possa essere utile indicare e spiegare quali sono i mesi dell’anno particolarmente delicati in cui evitare l’accesso a certe zone”, spiega Capobianco.
Il Club Alpino Italiano riveste un ruolo fondamentale per educare chi va in montagna e salvaguardare la natura italiana, una natura che il Sentiero Italia CAI ci permette di ammirare in tutto il suo fascino. Come il volo d’amore delle Aquile reali del Matese, che sorveglieranno ancora il cielo e il cammino degli escursionisti lungo questa tappa tra Molise e Campania.
CARTA D’IDENTITÀ
Nome comune: Aquila reale
Nome scientifico: Aquila chrysaetos
Classe: Aves
Ordine: Accipitriformes
Famiglia: accipitridi
Apertura alare: 220-230 cm
Lunghezza: 80-95 cm
Habitat: pareti rocciose e grandi alberi
Cibo: piccoli uccelli e piccoli mammiferi o cuccioli di mammiferi più grandi
Connotati e contrassegni particolari: Le grandi dimensioni lo rendono facilmente riconoscibile. L’estremità dell’ala che non è rotondeggiante, ma squadrata
L’aquila reale non è l’unico rapace facilmente avvistabile mentre si percorre il Sentiero Italia Cai: scopri il Falco Pecchiaiolo!
*Ringraziamo per tutte le foto Lorenzo Nottari