“Dove andate?” Dice un signore anziano a un gruppo di escursionisti del Cai che stanno percorrendo la stradina su cui lui ha camminato per tutta la via. “Andiamo verso Madonna di Porto, lungo il Sentiero Italia CAI, il cammino che unisce tutta le penisola e le sue isole”, rispondono i diciannove camminatori. “Io da giovane questo sentiero l’ho sempre percorso”, conclude stupito l’uomo.

“Questo è il bello del Sentiero Italia CAI, mette in comunicazione le persone”, spiega Marco Garcea che ha guidato la prima domenica di novembre un gruppo di escursionisti del Cai Catanzaro lungo una tappa del Sentiero Italia in Calabria. Nel gruppo, a cui si è unito anche un non iscritto, facevano parte persone dai venticinque ai cinquantacinque anni.

La tappa è Tiriolo-Madonna di Porto. In realtà però il loro cammino è iniziato dal paesino di Marcellinara, sei chilometri prima di Tiriolo. Un territorio, spiega Garcea, potrebbe aver fatto da scenografia all’Odissea: “Marcellinara si trova alle pendici del Monte di Tiriolo e scende verso l’omonima ‘Gola’, 221 metri sul livello del mare. Secondo la ricostruzione di Armin Wolf in ‘Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero’, questa sarebbe la mitica terra dei Feaci.”

Il cammino è iniziato da un palazzo elegante. Era casa di una storica famiglia nobiliare locale, i San Severino.  L’edificio di fine ‘700 è stato costruito sulle macerie di un castello quattrocentesco, distrutto da un terremoto del 1783.

Lungo il percorso hanno attraversato Tiriolo e Gimigliano, due comunità dove il loro passaggio ha incuriosito gli anziani. Gli abitanti di queste terre hanno così raccontato di quando la strada si percorreva per necessità e fede. “La bellezza del Sentiero Italia è che puoi incontrare la gente – continua Garcea -, una bella cosa perché puoi parlare non solo con chi fa escursionismo, ma con chi la montagna la vive”.

Si permette così un’esperienza maggiormente immersiva nella realtà sociale e ambientale che circonda il Sentiero. Il paesaggio è dominato dalla ricchezza umana di quello che il presidente del Club Alpino italiano Vincenzo Torti ha definito “un grande abbraccio”. Lungo il percorso di 16 chilometri gli escursionisti hanno incontrato fattorie e orti, le attività produttive di queste terre.

Sul monte Tiriolo gli escursionisti si sono imbattuti nei ruderi di un kastron bizantino. Sono visibili dell’antica costruzione: la cinta muraria, i ruderi delle torri di vedetta e le fondazioni della Chiesa. Quindi il gruppo si è soffermato sul “Re Niliu”, una grotta legata a una leggenda crudele. Un principe si innamora e fugge con una popolana, ma una maledizione lo costringe a nascondersi dalla luce del sole per non sciogliersi come cera. Ogni giorno, dopo aver incontrato l’amata, fugge nella grotta al canto del gallo. Le fate crudeli però una mattina decidono di non far cantare il gallo. Il principe così devolve le sue ricchezze al diavolo che lo nascose nelle viscere della grotta.

La meta è stata Madonna di Porto, Santuario diventato negli ultimi anni Basilica. Nel ‘700 fu al centro di apparizioni della Madonna. Proprio un tratto dell’attuale Sentiero Italia era un tempo battuto dai pellegrini che vi si recavano per devozione, un’ulteriore storia che arricchisce la lunga collezione di tradizioni, cultura e ricchezze custodite lungo il Sentiero Italia CAI.