Gregorio e Milena hanno meno di trent’anni, sono di Genova e hanno un sogno in comune. Con coraggio e curiosità lo hanno tirato fuori dal cassetto e trasformato in realtà. Perché si sa, i sogni hanno bisogno di scarpe per andare lontano. E loro non ci hanno pensato troppo. Hanno riempito lo zaino con la loro passione, per camminare più leggeri, e hanno dato inizio a un’avventura chiamata “A Borgo”.

Da Badia Tedalda in provincia di Arezzo, hanno attraversato l’Appennino sul versante marchigiano, proseguito per le terre del cratere sismico come Ussita, Norcia e Castelluccio, fino ad arrivare al monte Vettore, il rilievo più alto (2.476 mt) dei monti Sibillini, seguendo come tracciato principale il Sentiero Italia CAI. Ed è così che il progetto “A Borgo” ha preso vita: scoprire le aree interne del Paese, quelle meno conosciute del nostro Appennino, per riappropriarsi di un contatto più autentico con la natura e per conoscere, vivere in prima persona e raccontare le storie di chi abita in questi territori. Alla scoperta di quei modelli di vita tradizionali e sostenibili portati avanti con sacrificio da coloro che non li hanno mai abbandonati, ma anche dei tanti giovani che hanno deciso di fare una scelta controcorrente ritornando nei loro paesi nativi per ridare nuova anima a queste vallate.

“A Borgo” racconta “L’Italia che si è messa in gioco sfidando lo spopolamento delle aree interne e il modello di società in cui città significa progresso e campagna significa arretratezza”, scrivono.
I due ragazzi hanno cominciato il loro viaggio a piedi, un cammino lento, durato 28 giorni, circondati dalla natura e dalle bellezze nascoste dell’Appennino, lungo il Sentiero Italia CAI che è stato un punto di riferimento per gran parte del loro viaggio.

Alla ricerca del senso di comunità

Chiaserna, Marche,Sentiero Italia CAI, A Borgo
Milena e Gregorio insieme a Ilary e Federico, che vivono a Chiaserna

“Abbiamo scoperto più realtà individuali, tantissimi giovani che lavorano e fanno rete. Chi alleva maiali, chi coltiva la terra ecc… ed è stato interessante comprendere come in questi paesi dell’Appennino (Pianello, Cagli, Cantiano) sia fondamentale il senso di comunità”, spiega Gregorio raggiunto al telefono.
La vita in montagna è complessa. “È una scelta di vita difficile da portare avanti, lontana dall’immagine bucolica e romantica che può avere un ragazzo di città. Le persone che sono nate e cresciute in questi territori sono spesso più restie ai cambiamenti e si blindano dietro a un ‘si è sempre fatto così’. Dall’altra parte abbiamo conosciuto tanti giovani che dopo un’esperienza di studio o di lavoro sono tornati e hanno portato con loro innovazione e cambiamento. Nonostante le difficoltà burocratiche e quelle di mettere in relazione generazioni differenti ho visto che sono prevalse sempre la voglia di andare avanti e lo spirito collaborativo”.

Andare oltre i luoghi comuni che dipingono la vita dell’uomo che vive in montagna come solitaria, i due giovani hanno toccato con mano come le terre alte si nutrano di solidarietà e di senso di fratellanza senza le quali si perderebbe lo spirito di questa scelta di vita complessa ma più sincera.

 

Umbria, Monte Cucco, Sentiero Italia CAI
Gregorio e Milena nel Parco del Monte Cucco in Umbria

Diario di Borgo

Come si può leggere dal “Diario di Borgo”, pubblicato sulla loro pagina facebook, il 3 ottobre i due ragazzi hanno fatto tappa a Chiaserna, in provincia di Pesaro-Urbino e qui hanno conosciuto Federico e Ilary, che “confermano ancora una volta l’ospitalità dell’Appennino incontrata fino ad ora. Sono giovani come noi ma fanno una vita molto diversa quassù. Alle pendici del monte Catria sono artigiani cestai, uno dei tanti mestieri messi alla prova dalla modernità. Oltre ad intrecciare vimini, hanno un pollaio, si occupano dei cavalli bradi del Catria, studiano, e lavorano con i locali imparando le arti e i mestieri antichi del territorio. (…) i racconti scorrono senza sosta fino a sera.
Incontriamo anche Mathieu che dopo un viaggio da Bruxelles a Gerusalemme in mulo si è innamorato di queste montagne e ha iniziato una vita di autosufficienza nel borghetto di Vilano”.

E il progetto “A Borgo” non finisce qui. “Vogliamo mettere ordine al materiale raccolto per scrivere un libro o riprendere un nuovo cammino cercando nuove partnership per raccontare altri territori”, conclude Gregorio.
È un progetto a lungo termine, che si sta evolvendo giorno dopo giorno. E che potrebbe diventare un domani, per Milena e Gregorio, una scelta di vita in un borgo di montagna.

 

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*Ringraziamo per le foto Gregorio e Milena.