Tra l’estate del 2019 e l’estate 2020 è trascorso molto più di un anno. È trascorso un modello di vita, sviluppo, crescita. Tutto sembra cambiato, eppure c’è un progetto che dopo l’estate d’oro che ha vissuto nel 2019, può tornare protagonista nel 2020. In questa fase post-lockdown, in cui bisogna continuare a fare attenzione ed evitare assembramenti, il Sentiero Italia CAI può essere la scelta giusta. Lo afferma Renato Frignani, che lo scorso anno ha completato tutto il trekking, percorrendolo insieme ad un simpatico cagnolino: Pulce. Lui il cammino che unisce il Belpaese lo conosce molto bene.

“Sì. Il Sentiero Italia CAI è davvero la scelta giusta quest’anno. Si inoltra per zone montane e percorsi meno battuti. Difficilmente chi lo percorre troverà assembramenti”.

Cosa suggerisce a chi volesse percorrere il Sentiero Italia CAI?

“Se si vuole percorrere interamente il cammino, bisogna avere una buona preparazione. Però si possono percorrere anche singole tappe o regioni. Penso all’Alta via dei monti liguri. Allo 00. Oppure alla Sila. Consiglio un dispositivo GPS e saper leggere bene una cartina, perché si entra in zone molto remote. Se ci si vuole fermare in rifugi, bisogna verificare prima la disponibilità e fare bene i calcoli: alcuni bivacchi sono molto distanti tra loro. Essere pronti e informarsi prima sui punti tappa è importante”.

Come sta pulce?

“Pulce ha avuto una grande fortuna: vivere come me una bellissima avventura lo scorso anno. Gli piace ancora scorrazzare per i boschi, ormai ce lo ha dentro questo stile di vita. È un bel cane ed è in forma”.

Dove eravate l’anno scorso?

“A luglio ero a cavallo tra la Basilicata e la Campania. Avevo finito il Pollino e mi dirigevo verso l’appennino campano”.

Descrivici il paesaggio che vedi se chiudi gli occhi e ricordi…

“Vedo la Campania. L’entroterra montano di questa regione che nell’immaginario collettivo è conosciuta soprattutto per la costa. Ne resto sorpreso”

Ritorniamo al 2019, un anno magico per il Sentiero Italia CAI. Torniamo ai giorni della rinascita di questo progetto, tra la staffetta del Cammina Italia CAI 2019 e i racconti di Renato Frignani. Qual è il ricordo più bello di quell’estate così diversa?

“Riguarda sempre la Campania. Ero nella zona del massiccio Taburno Camposauro. Mi sono infortunato, una distorsione pesante. Ho continuato a camminare lentamente. Ho incontrato su un pezzo di strada un signore con un furgone, che mi ha chiesto: ‘Ma tu sei il ragazzo che sta percorrendo il Sentiero con il cane?’ Era il presidente del Cai Benevento, credo, e ha insistito per portarmi in un rifugio, dove abbiamo mangiato e fatto festa. Il giorno dopo mi ha portato in un campeggio e mi sono potuto riposare e curare per qualche giorno”.

Una storia che ci restituisce il senso del Sentiero Italia CAI…

“Certo…”

Può avere un significato importante questo Sentiero che unisce territori lontani e che varca i confini dopo la primavera che abbiamo vissuto? Può essere la scelta giusta per l’estate 2020? Un modo per abbracciare metaforicamente tutto il paese?

“Sì. Ho potuto toccare zone e comunità che neanche conoscevo. Ho incontrato dunque gente davvero nuova. Disabituata al turista, al viandante. Posti dove respiri un’aria non inquinata dal turismo di massa. Il Sentiero Italia CAI mi ha messo in connessione con borghi e paesini che non conoscevo e che hanno delle cose pazzesche. Un Sentiero che unisce tutta l’Italia può essere dunque uno stimolo. Secondo me va fatto, anche solo un pezzo alla volta. E vedo che questa voglia di percorrerlo inizia ad emergere con sempre maggiore forza. Sono stato contattato da stranieri che lo vogliono fare interamente. Il nome Sentiero Italia CAI è sempre più conosciuto”

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