Michele Tameni è l’autore del primo volume delle Guide ufficiali Sentiero Italia CAI, in uscita oggi sullo Store CAI e di Idea Montagna, nonché nelle librerie specializzate. E’ lui a scoprire per i lettori il tratto del Sentiero che attraversa la Sardegna, da Santa Teresa Gallura a Castiadas. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare dettagli, difficoltà e situazioni vissute durante quest’esperienza di cammino e di scrittura.

 

Ogni autore ha percorso un tratto del Sentiero Italia CAI valutando lo stato dei sentieri e della segnaletica, individuando punti di interesse, di ristoro, di approvvigionamento d’acqua e tracciando il percorso. Tutti gli autori scelti sono appassionati trekkers e al contempo scrittori: una doppia identità che sicuramente vi ha esposti a difficoltà e soddisfazioni di diversa natura.

 

 

volume numero 1 delle Guide ufficiali Sentiero Italia CAI: “Sardegna. Da Santa Teresa Gallura a Castiadas”
Vol. 1 Guide ufficiali Sentiero Italia CAI: Sardegna. Da Santa Teresa Gallura a Castiadas

 

Raccontaci la tua avventura: da dove sei partito, quando e dove sei arrivato.
La mia incredibile avventura ha avuto inizio a Santa Teresa di Gallura e si è conclusa a Castiadas, attraversando sull’asse nord-sud tutti i maggiori rilievi sardi. Ho attraversato i boschi galluresi, le cime granitiche del Limbara, le foreste di Bolostiu, Monte Olia, Crastazza e Tepilora fino a giungere al lunare Montalbo e al panoramico Tuttavista. Dopo aver brevemente toccato la costa a Orosei, ho avuto modo di conoscere il Monte Irveri e il Monte Bardia, per poi immergermi nel selvaggio mondo dei Supramonte. Dalla foresta di Montes sono sceso nella valle del Flumineddu, risalendo ad Arcu Correboi per conquistare le cime del mitico Gennargentu e la fitta foresta di Montarbu. Giunto in Ogliastra ho camminato al cospetto di Perda ‘e Liana, nella storia a Is Tostoinus e Serbissi, per poi godermi i panorami dei tacchi d’Ogliastra. Infine, come ciliegina sulla torta di un’esperienza impossibile da riassumere in così poche righe, sono salito sulle cime del Monte Genis e dei Sette Fratelli, concludendo il mio cammino all’ex colonia penale di Castiadas, invaso da una profonda voglia di tornare, forse di restare.

Qual è stato il momento più difficile lungo il cammino? E quello più bello?
La parte più difficile del viaggio, considerando il particolare momento storico che attraversiamo, è stata per me proprio partire: voli annullati e regole che cambiavano ogni giorno mi hanno costretto ad attendere a lungo, rendendo ancor più dolce ogni passo in quei luoghi. Una volta sul sentiero, qualche difficoltà l’ho sperimentata tra il Supramonte e il Gennargentu, dove il tracciato era ancora in via di definizione: in alcuni tratti la vegetazione impediva il passaggio, in altri i paesaggi erano talmente brulli che l’erba secca pestata da una capra era sufficiente a confondere la via da seguire. Descrivere adeguatamente gli splendidi paesaggi, i silenzi e le emozioni provate lungo il percorso è stata un’altra bella sfida. Di momenti belli ce ne sono stati davvero un’infinità, ma forse il più intenso è stato osservare un grande cervo maschio, nella notte della foresta di Montarbu, dopo aver visto la via lattea sopra Perda ‘e Liana.

La cosa più bella che hai trovato lungo il Sentiero? La cosa più bella che hai scoperto di te lungo il Sentiero?
Paesaggi selvaggi, silenziosi, quasi desolati, ma al tempo stesso ricchi di vita e di storia. Sentieri estranei all’escursionismo ma intimamente connessi alla storia dell’uomo che quelle terre le ha vissute: dai pastori, ai banditi sino a tornare alle popolazioni nuragiche. Scoprire una Sardegna più rara ed autentica è stata una bellissima esperienza, forse l’aspetto che ho preferito. Inoltre è stata per me una vera e propria avventura, alla scoperta di un percorso che al tempo era ancora a tratti vago e incognito. Sul piano personale ho scoperto quanto un cammino a lunga percorrenza possa essere significativo a sigillare vecchie amicizie e a suggellarne di nuove. Spogliati dalle preoccupazioni quotidiane i rapporti divengono più sinceri, semplici e diretti.

La tua tappa preferita e perché?
Domanda difficile. Porto nel cuore alcuni luoghi che mi hanno particolarmente colpito: Li Conchi, Sos Nurattolos, Tiscali, Sovana, Punta Cusidore, Il monte Corrasi, Perda ‘e Liana, Is Tostoinus, Serbissi, Il monte Genis e i Sette Fratelli. Praticamente buona parte del sentiero. Le tappe tra Terra Ona e Ulassai meritano però una menzione particolare, lasciato alle spalle il Gennargentu e l’aspettativa verso la “vetta della Sardegna” si va incontro ad un territorio che varia in continuazione, in un susseguirsi incessante di bellezze naturalistiche e storiche.

La tappa più dura?
Forse la tappa che da Sa Barva porta a Monte Maccione: lunghezza, dislivello, scarsità d’acqua e il caldo in una stagione poco favorevole hanno reso impegnativa una tappa dagli scenari magici, con l’arrivo al buio e quasi senza acqua. Paradossalmente anche questa tappa potrebbe tranquillamente vincere il titolo di “più bella”.

Qual è il tratto di Sentiero dei tuoi colleghi che ti piacerebbe fare?
Dopo questa esperienza direi tutto il Sentiero Italia! Ma se dovessi scegliere da dove cominciare mi dirigerei in Sicilia, naturale proseguimento del punto da cui ho lasciato, alla scoperta di un’altra isola di certo ricca di sorprese e che a livello escursionistico conosco ancora poco.