Il 27 e 28 aprile il Cammina Italia Cai, la staffetta del Club Alpino Italiano sul Sentiero Italia CAI, fa tappa in Molise. Due itinerari nei boschi, in una regione di grandi tradizioni sciistiche, in una terra intrisa di suggestioni storiche. La prima tappa divisa in due itinerari: uno per esperti, l’altro più facile.
Da Campitello Matese a Roccamandolfi
Il percorso “alto”
Caratteristiche tecniche
- Difficoltà: EE
- Dislivello: m 450 in salita, m 1080 in discesa
- Tempo di percorrenza: ore 4
- Lunghezza itinerario: km 9/10 circa
Si parte dalla nota località sciistica molisana di Campitello Matese. Dal Rifugio Jezza posto a m. 1429, si va a ovest, ai piedi delle piste. Oltrepassati gli ultimi edifici, si risale il prato verso sud- ovest, tenendo sulla destra una piccola altura coperta da una pinetina. Presto questa si interrompe e un largo passaggio la separa dai primi faggi: si volta a destra (ovest) e oltre il varco si sbuca su un altro pendio erboso che si percorre in diagonale verso ovest, mirando al pilone terminale della sciovia San Nicola, al limite del bosco (m 1500; ore 0:20).
Pochi metri a monte del pilone, un sentiero sale nella faggeta, in diagonale a nord-ovest. Dopo alcune svolte, a un bivio (m 1560 ca.) si va a sinistra, poi si rimpiana verso sinistra (ovest) su un brecciaio. Quindi si risale nel bosco e si piega a destra (nord-ovest), in una radura ai piedi di una lunga parete (m 1610 ca.; in alto a sinistra Grotta delle Ciaole 1665). Altro bosco, un leggero saliscendi all’aperto e ancora nel bosco, a un bivio (m 1600 ca.). Si va a sinistra (ovest), uscendo infine su una costa ripida (m 1630 ca.; ore 0:30-0:50).
Si sale a sinistra (sud) tutto il pendio, a tornanti, fino a una crestina. Scavalcandola per una selletta, ci si immette su un piccolo pianoro.
L’argine che delimita il pianoro sulla destra (ovest) è rotto da una forcella, che si affaccia su un solco che va giù ripido a nord-ovest. Ci si cala finendo presto sul fondo di un altro solco (m 1685 ca.). Si traversa verso sinistra (ovest) e a mezza costa si raggiunge a nord un prato a terrazzo punteggiato da bassi spuntoni rocciosi. Si piega a sinistra (verso ovest) proseguendo quasi in piano e sul ciglio di un profondo scoscendimento. Poi con lunga discesa in diagonale si arriva su un vasto prato.
Attraversato il prato verso nord, si valica il cocuzzolo di Serra Soda (m 1552) per la larga sella di destra (m 1540 ca.), quindi si scende a nord-ovest, per prati e poi nel bosco. Il sentiero piega a destra (nord) e rimpiana su una crestina a roccette: la vegetazione si dirada e a destra – poco più in basso – si apre un’ampia radura, che si percorre in leggera discesa verso nord. Rientrati nel bosco, subito si volge a sinistra, si torna all’aperto e, dopo qualche svolta e un’ultima breve fascia boschiva, si sbuca alle spalle di un rifugio diroccato (Guado del Porco, sulla carrareccia per Roccamandolfi).
Si cala a ovest, nella valletta oltre il prato davanti al rifugio, tenendosi verso sinistra all’entrata del bosco. Il sentiero contorna un costoncino e, nel bosco fitto, finisce ripido in fondo al Vallone Grande (m 1100 ca.). Oltre il fosso, si riparte verso destra (nord) con lunga e lieve diagonale. Tornati all’aperto, la pendenza aumenta e, dopo un tornante a sinistra, si è sulla cresta che separa il Vallone Grande da Valle Rima, a una forcella. Svoltando a destra (ovest), si comincia a scendere per linee oblique dapprima verso nord e poi a ovest, in bosco non folto. Al termine della discesa e del bosco, con un’altra curva a destra in mezzo alle felci si sbocca in Valle Rima.
Proseguendo verso destra (nord-est) in lieve discesa sul fondo sassoso del vallone, si arriva presto, all’altezza di un fosso che viene da sinistra, a una strettoia seguita da una piazzola (m 995 sulla strada per Roccamandolfi). Dallo slargo, tracce salgono a sinistra (nord) per pochi metri e attraverso una cortina di alberi portano su un prato ondulato e lievemente inclinato. Si punta a nord-est (tracce poco evidenti), a un ometto visibile in fondo al prato. Qui si volge a sinistra (nord-ovest) e per sentiero si entra nel bosco, fino a un recinto che chiude un pianoro: lo si costeggia verso destra (nord), oltre la testata di un fosso. Il recinto piega a sinistra (ovest), affiancato ora da un sentiero poco sotto il margine del pianoro. Dopo un’altra curva a sinistra (sud), alla testata di un vallone la si aggira verso destra fino a un praticello a terrazzo. Diritto a ovest, si scende piano a mezza costa tra vegetazione rada, verso il fondo di un altro vallone che sale da destra. Nel fosso (m 995 ca) il sentiero gira a destra (nord-est) e raggiunge una cresta, a una sella incavata.
Dalla sella, una discesa in diagonale verso sinistra (nord-ovest) porta in breve ai piedi del pendio (bivio). Si volge a destra (nord), lungo una siepe. Quando – presto – il sentiero curva a destra in direzione di una casa poco distante, si prosegue verso sinistra vicino alla siepe incrociando una carrareccia. Oltre il viottolo, il sentiero torna a scendere a nord, supera un fosso ed entra nel bosco. Attraversa poi una strada e, dopo un ultimo tratto di bosco sempre in discesa, finisce nuovamente sulla strada, presso il cimitero di Roccamandolfi. Si segue la strada in discesa verso sinistra (ovest), incontrando subito una fonte. Dopo un ponte e una curva a destra, alla fine di un rettilineo si giunge alla caserma forestale, ai piedi del paese a circa 800 metri d’altitudine.
Il percorso “basso”
Caratteristiche tecniche
- Difficoltà: EE
- Dislivello in salita: 100 m; in discesa: m 750
- Tempo di percorrenza: ore 4
- Lunghezza itinerario: km 7,5 circa
Campitello Matese: dal Rifugio Jezza (m 1429) si attraversa il piazzale verso nord-ovest, in direzione della chiesa, che si supera sulla destra imboccando la strada in leggera discesa tra due schiere di case. Dopo una doppia curva, lasciata a sinistra (ovest) la stazione inferiore della sciovia S. Nicola, si giunge ai piedi di una pineta, presso alcuni edifici in stato di abbandono, che si aggirano sulla destra (est) per una pista sterrata che punta alla condotta d’acqua visibile sullo sfondo. Scavalcata la condotta, la pista la costeggia per qualche metro, poi se ne allontana verso sinistra (ovest) affacciandosi su un terrazzo prativo.
Oltre il prato, la sterrata scende volgendo a destra (nord), poi piega ancora a destra (est) insieme al pendio e infine si ricongiunge – in fondo alla discesa – alla condotta d’acqua, arrestandosi sul margine meridionale di un piccolo pianoro.
Si attraversa il pianoro in diagonale verso sinistra (nord-ovest), puntando al piccolo ma evidente incavo sulla crestina che lo delimita su quel lato. Oltre la forcelletta un sentiero va giù a serpentina, entra nel bosco raddrizzandosi e finisce in un piccolo slargo sul fondo di una valletta (m 1220 circa) al limite del Comune di Roccamandolfi-S. Massimo (visibili a sinistra in alto resti di monastero del XII secolo).
Si svolta a destra (nord) e si segue, in lieve pendenza e per poche decine di metri, il fondo dell’impluvio (Fonte di S. Nicola, sulla destra) finché questo non devia un po’ a destra incassandosi. Di qui, ben visibile sulla sinistra idrografica (ovest) del solco, una mulattiera prima si abbassa verso nord, poi s’incurva a sinistra (nord-ovest) e sbuca qualche metro più su allo scoperto, a un valichetto (m 1205 ca.).
Si ricomincia a scendere a nord-ovest, tra la costa erbosa di S. Nicola – a sinistra – e uno spuntone roccioso – a destra – oltre i quali si rientra nel bosco. Questo poco dopo si apre e la via rimpiana leggermente per un breve tratto, aggirando un promontorio con una stretta curva a sinistra. Di nuovo nel bosco, la discesa riprende in direzione sud-ovest e conduce sul fondo di un vallone (m 1080).
Si attraversa il vallone con un tornante a destra, passando sulla sua sinistra idrografica, e si discende verso nord, sulle pendici di Pianta del Melo. Dopo alcune centinaia di metri la vegetazione si diarda e la mulattiera volge a sinistra (ovest), accennando a riprendere quota e finendo in un incrocio di sentieri, su terreno leggermente inclinato.
Accanto allo snodo, vicinissima, solo qualche metro a monte (sud-ovest), una carrareccia viene giù da Pianta del melo. La si segue a valle verso destra (ovest), per pendii a rada vegetazione. Dopo un breve saliscendi e una svolta a sinistra, si arriva su un ponticello con ringhiere che scavalca – in un tornante a destra – il Vallone Grande.
Oltre il ponte la strada si fa asfaltata, contorna in lieve discesa costoni e valloni e passa presso qualche casa isolata. Pervenuti a un bivio con segnaletica, si continua diritto verso ovest (a sinistra – sud – si sale a Campitello di Roccamandolfi) e si giunge in breve a un altro bivio, presso il muro di cinta del cimitero di Roccamandolfi. Si prosegue a sinistra, sempre in direzione ovest (a destra – est – si va a S. Massimo) fiancheggiando il muro. Dopo un paio d curve in discesa, si arriva su un ponte, all’ingresso del paese.
Da Roccamandolfi al Santuario di Castelpetroso
Caratteristiche tecniche
- Difficoltà: EE Lunghezza: 13.5 km. ca.
- Dislivello: salita 780 m. Dislivello discesa: 790 m
- Durata soste escluse: 4 ore
Da Roccamandolfi al Santuario di Castelpetroso, lo spettacolo paesaggistico è assicurato: unico e particolare sulla destra di chi sale dalla carrareccia della Valle Bona, dove si trova l’omonima sorgente di Acqua Bona, c’è il parco eolico; più distante è il Castello. Storia e modernità si fondono.
Il percorso. Si esce dal paese (810 m.slm.) sulla provinciale per Cantalupo; si attraversa subito il ponte di san Berardino sul torrente Càllora e immediatamente dopo si imbocca sulla sinistra una vecchia mulattiera, che costeggia la Forra del torrente Càllora. Si raggiunge la località Masseria Scasserra, intorno ai 1000 metri di quota, si prosegue su carrareccia, per qualche km, attraversando la lunga valle di Scino. Poco più avanti si abbandona la carrareccia e si risalgono a destra i contrafforti di Colle di Mezzo (1426m), che si costeggia fino ad entrare alla testata della valle del fiume Lorda. Poco più avanti si raggiunge la sorgente Fonte dell’Asino, scendendo alcuni tornanti, la torre dei ripetitori stanno a indicare il prossimo arrivo alla cappella che fu eretta sul punto in cui due pastorelle, Bibiana e Serafina, il 22 marzo 1888, dissero di aver avuto l’Apparizione della Vergine Maria.
Alle pendici del Patalecchia, non lontano dal Santuario di CastelPetroso, costruito nel 1890 e sede di un continuo pellegrinaggio di fedeli.
Per info e iscrizioni:
Mauro Di Muzio – 339 1129877 – dimumauro@alice.it
Matteo Lisella – 338 2595616 – matteo0071@libero.it
Massimo Martusciello – 389 0907352 – maxextreme57@libero.it
Ennio Sassi 329 2508197 ennio.sassi.cb@gmail.com
Le tappe molisane della staffetta
27 aprile: da Campitello Matese a Roccamandolfi
28 aprile da Roccamandolfi al Santuario di Castelpetroso