Marcin Majchrowski, escursionista trentottenne polacco, a novembre ha concluso un ambizioso progetto in solitaria da Savona fino a Reggio Calabria, 1.400 km a piedi camminando per la maggior parte del tempo lungo il Sentiero Italia CAI.

Mi piace viaggiare, mi piace camminare, mi piace esplorare posti che non ho mai visto e non conosco. Ma se devo essere sincero, l’idea di fare cammini lunghi in montagna nasce nel 2015. E i motivi che mi hanno spinto a fare questa scelta sono fortemente personali: era il 2013 quando decisi che avrei smesso di bere; cominciò così un processo personale importante, il mio peso calava e la mia condizione fisica migliorava, presi il coraggio a due mani e mi licenziai perché sentivo la necessità di un radicale cambiamento. Nel contempo ero sempre più convinto che viaggiare mi avrebbe dato nuove opportunità. Non avevo un piano preciso, ma soltanto una forte motivazione ideale.

marcin sul sentiero italia
Marcin Majchrowski

Navigando su Internet trovai il diario di una coppia di polacchi che aveva attraversato i Carpazi in 4 mesi. Mi sentivo pronto per provarci. Il 2 giugno 2015 partii dal sud della Romania per completare la mia avventura cento giorni dopo a Bratislava, in Slovacchia. Cominciai a pianificare altre avventure, più coraggiose: nel 2016-2017 tra la Patagonia e l’Argentina, e nell’estate 2017 sono partito dall’estremo lembo orientale della Spagna per giungere l’estremo ovest lungo una parte dei Pirenei e del cammino di Santiago”.

Poi hai scelto di camminare in Italia. Perché? 

“Sono viaggi ben pianificati, non vanno presi alla leggera. Devi cambiare il tuo modo di pensare, cambiare lavoro, iniziarne uno nuovo… All’inizio pensavo di affrontare un altro viaggio in Spagna. Ma poi, studiando bene le mappe, ho deciso che gli Appennini mi avrebbero stuzzicato maggiormente. Mi attirava molto l’idea di andare da nord a sud senza interruzioni per 1400 chilometri, ero affascinato anche dal fatto che non li conoscevo affatto.

In Polonia si sa poco o nulla sul loro conto. Quando parli dell’Italia, tutti si soffermano sulla bellezza delle coste, sulle città d’arte e se chiedi: ma le montagne? Allora ti indicano le Alpi. Ma, scusate… e gli Appennini? Devo confessare che non ne sapevo proprio nulla. Stavo per scoprirli cammin facendo”.

cartello sentiero italia

In Italia quali difficoltà hai trovato? 

“Sono partito il 29 agosto 2019 da Savona. Mi piaceva l’idea di partire dal mare, in Liguria, e finire al mare, a Reggio Calabria. Ci ho messo 74 giorni. Sono arrivato a destinazione il 10 novembre. Le maggiori difficoltà le ho avute in Liguria a causa della scarsità d’acqua in montagna, ma mi ero portato uno strumento per filtrare e depurare l’acqua, alcuni giorni mi è servito. Ma ho trovato anche grande sostegno dalla gente conosciuta nei paesi che ho raggiunto.

Sono sorte poi alcune difficoltà per i forti temporali. É stato il primo trekking in cui mi sono riparato sotto un telone e non sotto una vera tenda; a volte sono stato costretto a svegliarmi nel cuore della notte per far fronte alla situazione. Molto meno difficoltoso il problema della lingua: non conosco l’italiano, ma ho trovato sempre il modo per farmi comprendere.

Continua a raccontarci del percorso…

“Non sempre ho seguito il Sentiero Italia CAI ma nella maggior parte dei casi sì, solitamente sulle creste appenniniche e sulle vette più rinomate e conosciute. Mi sono allontanato dal Sentiero Italia quando ho attraversato il Parco Nazionale d’Abruzzo, perché volevo arrampicarmi sul Corno Grande o sul Monte Amaro, sulla Majella. Più a sud sono passato da Isernia, Piedimonte Matese, Montesarchio, e poi ancora ho attraversato i parchi nazionali del Cilento, del Pollino, dell’Aspromonte, la Sila. Ho trovato una segnaletica eccellente, la migliore sulla Grande Escursione Appenninica (GEA) e nei parchi nazionali. Non ho mai usato il GPS, perché a mio avviso toglie il fascino dell’avventura”.

sul sentiero italia - foto marcin

Hai camminato sempre da solo? 

Mi piace camminare in solitario, sì. In passato ho cercato qualche compagno di viaggio in rete, ma se si affronta un lungo trekking è difficile trovare compagni che siano disponibili a viaggiare nello stesso periodo e per lungo tempo. Così finisci per camminare da solo e devo dire che mi piace. É un esercizio che aiuta a pensare, a riflettere. Sì, la solitudine mi è d’aiuto”.

Come hai scoperto l’esistenza di Sentiero Italia? 

Ho trovato il simbolo ‘SI’ nella maggior parte delle mappe che consultavo, ma sinceramente non capivo cosa volesse dire. Fin dai primi giorni, però, parlando del mio progetto con le persone che incontravo, mi sentivo rispondere: Ah, così hai deciso di fare il Sentiero Italia CAI? Quando ho cominciato a incontrare quel simbolo ‘SI’ nella segnaletica ho capito: ecco cos’è Sentiero Italia!

Penso che questo progetto escursionistico sia un’ottima idea, anche paragonandolo ai lunghi trekking che ho percorso in passato. Mi piace soprattutto il fatto che il Sentiero Italia si snodi, nella maggior parte delle aree, sulle principali creste appenniniche, mentre in Patagonia o sui Pirenei, per esempio, i trekking rimangono a basse altitudini. Ecco perché  il Sentiero Italia è stato ‘il mio miglior compagno’ per la maggior parte del tempo. Coincideva con la mia idea di cammino: da nord a sud attraverso l’Italia.”

Foto con il gestore del Rifugio Montanaro sull’Appennino pistoiese, presso cui Marcin ha ricevuto una calorosa ospitalità
Conoscevi già il Club Alpino Italiano?

“Certamente, ma non sapevo che fosse organizzato in modo così capillare sul territorio. In un paio di occasioni ho avuto modo di scoprire il calore dei Soci chiacchierando con loro, perché hanno capito al volo il significato del mio viaggio. Non mi sono mai sentito porre la solita domanda:  Cosa ti spinge a farlo? Ci sono stati meravigliosi incontri con persone meravigliose.”

Cosa ti senti di aggiungere?

“L’idea di Sentiero Italia per un ‘camminatore di lungo corso come me’ è geniale. Ben segnato, paesaggi e luoghi meravigliosi, toccando tutte le regioni italiane. Camminando tra la fine dell’estate e l’autunno ho percorso lunghi tratti in assoluta solitudine, ed era francamente quello che volevo. Posso però dire che ogni incontro occasionale è stato speciale, in particolare nei paesini dove gli abitanti ti invitano al bar per un caffè o un buon bicchiere di vino.

Mi sento di ringraziare quelle persone del CAI che hanno fatto il grande lavoro di posizionamento della segnaletica e hanno reso i percorsi facili e gradevoli per le persone come me. Saluto tutti coloro che ho incontrato strada facendo, che leggeranno queste mie parole. Quanto a me, quando il clima sarà propizio conto di concentrarmi su alcune ferrate. Cosa che rende inevitabile il mio ritorno nel vostro splendido Paese”.

 

Leggi l’intervista al camminatore che quest’estate ha completato la Grande Escursione Appenninica, Don Johannes Maria Schwarz!